La protesta di Ruby, colpita per attaccare Berlusconi


La marocchina Ruby si è presentata sulla scalinata davanti all'ingresso del tribunale di Milano in corso di Porta Vittoria con un cartellone 'a due facce' con su scritto 'Caso Ruby: la verita' non vi interessa più?' e 'Voglio difendermi dalle bugie e dai pregiudizi'. Cartellone che ha lasciato all'esterno della cancellata del tribunale prima di andarsene, senza rispondere alle domande dei moltissimi cronisti. La ragazza ha esordito dicendo di essersi sentita "strumentalizzata da parte della stampa e dalla magistratura" e di aver deciso "dopo due anni di rompere il silenzio", lo ha fatto con questa protesta "per mia figlia Sofia - ha aggiunto - e per la mia famiglia". La marocchina ha raccontato inoltre che "c'é ancora tanta gente che mi guarda dall'alto in basso e trovo sconcertante che nessuno abbia voluto ascoltare la mia verità, l'unica verità possibile".

''Non sono una prostituta, devono ascoltarmi. Per colpire Berlusconi la stampa ha fatto del male a me. Oggi ho capito che è in corso una guerra contro Berlusconi e io ne sono rimasta coinvolta, ma non voglio che la mia vita venga distrutta. Voglio essere ascoltata dai magistrati per dire la verità ha aggiunto ricordando di essere la "parte lesa in questa vicenda". La ragazza, al centro dei processi sulle presunte feste a luci rosse ad Arcore, uno dei quali a carico dell'ex premier, ha spiegato di aver subito una "violenza psicologica" da parte dei magistrati.

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